La libreria
«Entrai nella libreria
e aspirai quel profumo di carta e magia
che inspiegabilmente
a nessuno era ancora venuto in mente
di imbottigliare»
(Carlos Ruiz Zafón, Il gioco dell’angelo, Mondadori, 2008, p. 30)
La sede
Perla preziosa abbandonata per oltre trent’anni, la chiesetta di Santa Maria Madre della Grazia Divina si schiude inaspettata ai civici 50 e 51 della cortina edilizia di via Carlo Poerio un tempo opposta alla vasta area di giardini di pertinenza della dimora di Alfonso d’Aragona duca di Calabria, la quale, offrendo refrigerio lungo il percorso, aveva valso alla strada il nome di vico Freddo.
Il carattere discreto delle aperture su strada mimetizza la chiesa con l’edificio che la contiene: il palazzo Cioffi-Caracciolo accessibile dalla Riviera di Chiaia 264.
La residenza, alta cinque piani oltre a quello terreno, risale alla metà del XVIII secolo. Frammenti importanti della sua storia sono raccontati dai documenti conservati nel fondo Caracciolo Carafa di Santeramo, presso l’Archivio di Stato di Bari. Sorto su un precedente edificio del XVII secolo, della primitiva fabbrica oggi il palazzo esibisce solo il bel portale in piperno del cortile, che consentiva l’accesso al retrostante e ora scomparso giardino all’italiana.
Posseduto dalla famiglia Cioffi dei marchesi di Oliveto nel primo Settecento, il fabbricato passa successivamente agli eredi Macedonio di Oliveto e di Ruggiano, casato che nella seconda metà del XIX secolo confluisce a sua volta in quello dei Carafa di Traetto.
«Utilizzando denaro di Alessandro Macedonio, suo genitore», l’edificio viene ampliato e modificato tra il 1775 e il 1776 da Nicola marchese di Ruggiano e di Oliveto. Dell’anno precedente (1774) è la Descrizione dell’intero palazzo di Chiaja fatta dall’ingegnere Don Gaetano Pallante, con allegata pianta a china su cartoncino, che ne affresca lo stato all’epoca.
Ai primi dell’Ottocento, con gli interventi nel giardino, il palazzo subisce una nuova trasformazione, cui segue quella attuata tra il 1911 e il 1912, finalizzata all’ampliamento della fabbrica e alla realizzazione di ulteriori spazi abitativi con la creazione di un blocco residenziale lungo il vico Freddo (l’attuale via Carlo Poerio).
All’interno della nuova ala alta quattro piani, lo spazio di due botteghe sulla strada viene destinato alla chiesetta pubblica di Santa Maria Madre della Grazia Divina, aperta al culto nel 1912. Come si evince dalla Pianta topografica del quartiere di Chiaia con la indicazione delle cose più notabili, predisposta dal Real Officio Topografico nel 1830, è probabile che prima delle demolizioni del 1911 esistesse in loco una piccola cappella gentilizia voluta nel 1822 da un membro della famiglia Macedonio, forse in sostituzione di una precedente fondata nel 1624 e dedicata a Santa Maria della Gratia. La minuta chiesa novecentesca consta di due ambienti principali contigui a pianta rettangolare: una cappella, ampia circa 55 metri quadrati e sormontata da un soffitto piano, e una sacrestia (dalla quale si accede agli esigui spazi di servizio affacciati su una chiostrina interna), di 35 metri quadrati, coperta da una leggera volta a vela.
La superficie della cappella è scandita in un’aula e in un presbiterio, separati da un arco ribassato policentrico, riecheggiato da uno analogo che intercetta lo spazio del pulpito ligneo, e da una balaustra in marmo. Un’arcata mistilinea aperta nel muro maestro in tufo, al di sotto del pulpito, rende comunicanti i due ambienti, entrambi pavimentati con lastre di marmo. Le porzioni superiori delle pareti e il soffitto esibiscono delicate decorazioni in stucco (oggi ancora presenti), mentre sulla controfacciata aggetta una pregevole cantoria in legno.
Sia l’aula che la sacrestia sono accessibili dalla strada: la prima attraverso un portale sormontato da un timpano mistilineo in cui risalta l’iscrizione «Matri divinae gratiae dicatum», e incorniciato da una lieve modanatura in stucco ai cui lati si aprono due oculi ovali, che filtrano la luce verso l’interno; la seconda mediante una più semplice apertura ad arco ribassato.
Gravemente danneggiato dai bombardamenti, l’intero palazzo viene profondamente modificato nel secondo dopoguerra, soprelevando la parte verso il mare con un livello dotato di caratteri formali del tutto autonomi, e costruendo nel 1965 nello spazio del giardino il cinema Fiamma su progetto di Gino Avena.
La chiesetta di Santa Maria Madre della Grazia Divina conosce, invece, un inesorabile degrado, fisico e ambientale, a partire dal 1980: dopo il tragico sisma di quell’anno, e successivamente alla morte del suo storico custode Padre Tancredi, viene infatti chiusa al pubblico, e tuttavia non ridotta a uso profano, rimanendo inaccessibile per tre decenni, offesa dall’incuria e dalle spoliazioni.
Nel 2012, però, la Grimaldi & C. Editori manifesta alla Curia napoletana il suo interesse a ottenere in concessione gli ambienti della chiesa, per stabilirvi la nuova sede della propria libreria e casa editrice – sino a quel momento ubicata in alcuni locali posti nel secondo cortile dello storico Palazzo Ruffo di Bagnara alla Riviera di Chiaja 215 – impegnandosi a provvedere ai lavori di recupero statico e funzionale della struttura a proprie cura e spese. Lo spunto è offerto dal bando “Giubileo per Napoli: riapertura delle chiese chiuse” indetto nel settembre del 2011 dalla Curia, con il supporto delle Università napoletane e delle competenti Soprintendenze, nell’ambito di un più vasto programma rivolto a sollecitare azioni utili al «riscatto morale, civile e sociale della città».
Il bando prevede che la Chiesa possa affidare in comodato d’uso gratuito le oltre cento fabbriche chiuse da anni in possesso delle Diocesi e delle Arcidiocesi, da recuperare per fini spirituali, sociali, culturali, artistici, formativi, restituendole al mondo della cultura, delle arti e dell’artigianato, e dando impulso alla rivitalizzazione del tessuto sociale e urbano cittadini. L’idea è quella di innescare processi virtuosi che possano produrre cultura, svago, conoscenza, nuove relazioni e forme di occupazione, attraverso la rivitalizzazione del patrimonio architettonico.
Il 7 giugno 2013 il Consiglio diocesano per gli affari economici delibera, pertanto, di affidare Santa Maria Madre della Grazia Divina in comodato per venti anni alla Grimaldi & C. Editori riconoscendo il pregio culturale delle attività da essa svolte.
Il progetto degli interventi per il ripristino dell’edificio, trasmesso il 28 giugno 2013 alla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia, e alla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli, è autorizzato nel settembre 2013.
Il 19 maggio 2014 (D.D.R. n. 2039) l’edificio è dichiarato dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania un bene di interesse storico-architettonico, e come tale viene sottoposto alle disposizioni del Decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004. La chiesa è, infatti, ritenuta una testimonianza della complessa vicenda urbanistica che coinvolge la Riviera di Chiaia, quando nel XVII secolo da villaggio di pescatori con sparute abitazioni signorili di villeggiatura, comincia a trasformarsi in una più compatta zona residenziale, poi inglobata nella cinta muraria cittadina.
Anche attraverso l’adattamento degli edifici presenti, le modifiche dell’area diventano costanti e con carattere omogeneo; e l’edificazione si attesta lungo due strisce: una più avanzata dalla Vittoria verso ovest, e un’altra più arretrata a partire dal Vico Freddo, lungo il quale erano sorte con ogni probabilità le prime abitazioni. L’importanza di Santa Maria Madre della Grazia Divina è dunque anche individuata nella capacità di testimoniare il graduale e continuo processo di accorpamento di fabbriche, diverse per forma e datazione, rivolto a conferire un aspetto uniforme a strade programmaticamente destinate a funzioni di rappresentanza.
I lavori di restauro vengono di conseguenza condotti sotto la guida delle Soprintendenze preposte, sempre con grande competenza e costante sensibilità.
Ricondotta a rinnovata bellezza, l’11 dicembre 2014 la nuova sede della Grimaldi & C. Editori è inaugurata ufficialmente con la benedizione curiale.
Il 19 maggio 2014 (D.D.R. n. 2039) l’edificio è dichiarato dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania un bene di interesse storico-architettonico, e come tale viene sottoposto alle disposizioni del Decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004.
chiesa è, infatti, ritenuta una testimonianza della complessa vicenda urbanistica che coinvolge la Riviera di Chiaia, quando nel XVII secolo da villaggio di pescatori con sparute abitazioni signorili di villeggiatura, comincia a trasformarsi in una più compatta zona residenziale, poi inglobata nella cinta muraria cittadina.Anche attraverso l’adattamento degli edifici presenti, le modifiche dell’area diventano costanti e con carattere omogeneo; e l’edificazione si attesta lungo due strisce: una più avanzata dalla Vittoria verso ovest, e un’altra più arretrata a partire dal Vico Freddo, lungo il quale erano sorte con ogni probabilità le prime abitazioni. L’importanza di Santa Maria Madre della Grazia Divina è dunque anche individuata nella capacità di testimoniare il graduale e continuo processo di accorpamento di fabbriche, diverse per forma e datazione, rivolto a conferire un aspetto uniforme a strade programmaticamente destinate a funzioni di rappresentanza.
I lavori di restauro vengono di conseguenza condotti sotto la guida delle Soprintendenze preposte, sempre con grande competenza e costante sensibilità.
Ricondotta a rinnovata bellezza, l’11 dicembre 2014 la nuova sede della Grimaldi & C. Editori è inaugurata ufficialmente con la benedizione curiale.
Grimaldi & C. Editori
Ben presto si specializza nella ricerca, nell’acquisizione e nella vendita di libri e stampe riguardanti soprattutto Napoli e il suo antico Regno.
Contemporaneamente, muovendo nel solco dell’antica tradizione degli editori-librai amanti del “buon libro”, inizia a dedicarsi alla pubblicazione di opere di pregio significativo: alcune consistenti nella ristampa di testi rari e spesso introvabili, altre finalizzate alla riscoperta di argomenti particolari e inesplorati, significativi per la storia della Città, ricorrendo sempre alla collaborazione di valenti studiosi.
Così oggi Grimaldi & C. Editori può vantare nel suo catalogo oltre duecento titoli, tutti di considerevole livello e connotati da una qualità di stampa sempre notevole, raggiunta anche con il contributo di abili tipografi e artigiani della legatoria napoletana e con il ricorso costante a materiali di qualità. Grimaldi & C. Editori ha inoltre promosso varie mostre di successo, contribuendo all’organizzazione, tra cui l’apprezzatissima La Città di Napoli tra vedutismo e cartografia dal XV al XIX secolo, tenutasi a Villa Pignatelli nel 1988.
Rivolta soprattutto a un pubblico di appassionati di arte, di studiosi e di bibliofili, in Italia e all’estero, Grimaldi & C. Editori rappresenta oggi un imprescindibile punto di riferimento per la cultura e la storia napoletane: con queste motivazioni ha ricevuto negli anni prestigiosi premi, ottenendo pure svariati riconoscimenti da parte dell’Assessorato alla Cultura della Regione Campania.